Messaggioda Iris gialloazzurro » 21/01/2019, 14:34
Intervengo dopo molto tempo e lo faccio alla luce del post gara con l'Atalanta. Preferisco farlo qui perché la platea mi è sempre sembrata più corretta ed attenta, quando su Facebook leggo pure delle critiche giuste ma spesso intervallate da cose che - per me - non stanno né in cielo né in terra.
Mi scuso fin da ora per la lunghezza del mio post.
Io ho sempre pensato che, nell'arco della stagione, ci siano dei momenti topici, in positivo o in negativo, che segnano o marcano il campionato. L'anno scorso fu in occasione di Frosinone-Perugia 1-3, per tanti versi (con espulsione di Soddimo e 100 occasioni nel primo tempo); questa gara persa con l'Atalanta è ugualmente molto indicativa, sotto tanti profili.
Numero le mie considerazioni, sperando di essere chiaro.
1) Credo che ieri si sia interrotto qualcosa. Vedere una squadra sbattuta a destra e a sinistra non avrà fatto piacere a nessuno, per cui, amarezza a parte, penso si sia giunti ad un punto di rottura complessivo che coinvolge tutto l'ambiente (società, quadri tecnici, tifoseria). E credo che bisogna, a questo punto, sedersi un attimo per comprendere cosa si intenda fare e pensare al futuro.
2) Società. Gli errori commessi sono tanti e sono evidenti, ammessi solo in parte o per niente. Non si può pretendere di fare la serie A spendendo poco, a questi livelli occorrono investimenti seri, oculati sì, alla portata ovvio, ma serve spendere. Fare le nozze con i fichi secchi ha portato sempre a brutte figure e questa regola conserva ancora tutto il suo valore. Stirpe, Salvini, Capozucca, Giannitti... Gli altri nomi fateli voi, possiamo suddividere le responsabilità, ma al di là delle percentuali, serve capire cosa si intenda fare... Provare a salvarsi significa investire pesantemente in questa fase. Quel "pesantemente" che non si è visto fin qui. Con tutte le difficoltà della situazione (chi ci viene oggi qui da noi?). Mi sembra poi che manchi una strategia chiara... ricordo il presidente che disse "Il processo di crescita è ineluttabile": ecco, vorrei entrare un po' di più in questo discorso: come si traduce? In quali operazioni? Quali capitali si stanno valorizzando effettivamente? Perché prendere giocatori in prestito (Pinamonti, Valzania) o a fine carriera (Molinaro, Halfreddsson) non rende... Altre cose, poi, mi lasciano un po' sconcertato, mi sembra evidente che certi giocatori fossero brocchi in partenza (vedi Perica soprattutto), bastava fare due calcoli... Può essere che la nostra dirigenza sia tutta impazzita o si pensava di trovare il jolly puntando sugli scarti altrui?
3) Società bis. Sto riflettendo da anni su un aspetto. Abbiamo creato una cittadella dello sport e puntato sulle strutture e sull'organizzazione che, per molti versi funziona, ma non riusciamo a produrre un giovane che sia uno né a fare una plusvalenza... Le fortune maggiori ci sono venute da quel blocco storico portato in alto da Stellone, poi zero... Può essere che sia un processo lungo, lo ammetto, ma nessuno parla di questo aspetto della programmazione che dovrebbe essere FONDAMENTALE se non vuoi andare sul mercato e svenarti... Com'è la situazione? Quali le prospettive per il futuro? Assurdo, poi, che alcuni giocatori di proprietà (Besea, Matarese) non vengano mandati altrove per acquisire esperienza e tornare formati, pronti. Penso a Volpe, che pure ha molti limiti caratteriali, ma vederlo ammuffire in panchina per due anni non ha avuto senso: se vuoi puntare su di lui, mandalo a farsi le ossa; se non sei convinto di lui, mandalo via. Ma mandalo comunque! Ci sono voluti due anni.
4) Quadri tecnici. Longo aveva le sue responsabilità, come Marino a suo tempo, ma vedo che con Baroni il discorso non è cambiato. Molti di questi giocatori non sono da A e il peso non può ricadere su un 20enne di belle speranze che ci mette l'anima e predica nel deserto. Ieri pure Chibsah è andato in confusione e Sportiello, con 5 gol sul groppone, è stato tra i migliori: assurdo! Richiamare Sammarco dimostra, con tutto il bene che voglio a questo ragazzo iper-professionale, che la campagna acquisti è stata un fallimento totale. Non ho visto gli allenamenti, ma Vloet e Ardaiz sono stati mandati via senza aver capito bene di che pasta fossero (su Ardaiz pare che sia una testa calda), ma ricordo bene pure i rimpianti sul Castillo cileno: la storia si è ripetuta, nonostante si sia fatta ammenda?
5) Tifoseria. Ho sempre apprezzato le critiche fatte per costruire, cementare, mai per distruggere. A parte la delusione, serpeggia uno strano atteggiamento negativo. Va bene dire a Stirpe di tutto e di più, ne abbiamo diritto come tifosi che hanno tirato fior di soldi per vedere questo "spettacolo" (ma non credo sia contento, il presidente), ma la tentazione di buttare via il bambino con l'acqua sporca deve uscire fuori dai nostri schermi. Vanno fatte anche critiche e polemiche dure, ma dobbiamo capire pure noi in che modo.
Quest'ultimo punto mi porta a pensare a quello che potrebbe essere il futuro: se non si vuole spendere oggi, si potrebbe già pensare a come organizzare il prossimo campionato di B, a partire da quali giocatori e con quali prospettive (fare 10 anni di B ad alti livelli? Se la A viene di nuovo, sarà un caso?) e senza illusioni, creare un ambiente sano che produca qualcosa di positivo. Io dico sempre che pure noi tifosi abbiamo alzato l'asticella e, nel recente passato, abbiamo spinto per la serie A quando Stirpe diceva che non era un obbligo...
Insomma, sono tutte considerazioni che mi sono venute in mente e che mi vengono in momenti di difficoltà come questo, a voi la parola.
Tutto ciò è stato scritto da me per indurre ad una riflessione ampia e con uno sguardo al domani, andando oltre il risultato (nefasto) di una la gara.
Il ruggito del leone copre tutta la foresta (e si sente almeno fino a Latina)!!!