Ciociaro del Nord ha scritto:Tre cose volanti.
1) Che emozione, che brivido, rivedere la pezza "HEROES" in Nord. Per chi come me si sente ancora e sempre Heroes Korps è un'emozione forte. Molto meno emozionante è stato lo squallido striscione "Lotito Ebola", insignificante, volgare e offensivo per chi ci è morto di Ebola. Oltretutto secondo me si poteva anche rischiare una - stupida - squalifica per uno striscione del genere, per fortuna su Sky non l'hanno visto ( o hanno fatto finta di non vederlo ), se lo avessero sottolineato le possibilità di squalifica aumentavano.
2) Cori da brivido ieri, tifo da record, passione a mille, Matusa dodicesimo e tredicesimo in campo, i giocatori ne sono DAVVERO caricati, si vede. Anche qui una nota stonata, secondo me. Anch'io "odio" i cuginetti, e mi diverto non poco a cantare nel corso di una partita un coro contro di loro, anche due. Ma farne 7 od 8, come ieri, è davvero esagerato, troppa importanza gli diamo così ( poi il coro "la mamma del pontino è 'na put..." è ridicolo e inutilmente volgare ).
3) Piccola nota psicologica. Ieri Carlini era contratto, poco lucido. Secondo me inconsciamente ha sentito l'incombere del ritorno di Paganini ( il quale peraltro ha ben impressionato, mi sa che è tornato quello di una volta e ci voleva proprio ). Questo per dire dell'importanza dell'aspetto mentale nel calcio...
Qualche volta non sono d'accordo con quel che dici (questione di punti di vista), ma stavolta mi ritrovo in tutti e 3 i punti che hai messo in evidenza. In toto.
Sul secondo punto, ho una mia personale opinione: il lanciare cori contro il Latina mi sembra sempre un tentativo, nei momenti di stanca della Curva Nord, di riallacciare il filo e riprendere a cantare... Ossia: quando ci si ferma un po', si sfrutta il sentimento anti neroblù per ricompattare la gente, alzare il volume e continuare.
E' una mia personale interpretazione, sia chiaro.
Io pure propenderei per dare meno importanza ai cuginastri, vabbè che "si vince facile" a cantare contro il Latina, ma reputo sempre che il sostenere i propri colori non è legato a denigrare quelli altrui.