STORIA DEL DERBY – Una vittoria che fece inginocchiare il Presidente...
30.10.2014 15:00 di Alessandro Sarno
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Domenica 25 aprile 2004, la capolista Frosinone è di scena al “Francioni” di Latina. Gara particolare, dalla doppia valenza. Oltre ad essere per i tifosi la madre di tutte le partite, i canarini sono la vice capolista e sono in piena lotta con il Brindisi per vincere il campionato. Dall’altre parte un Latina, con già la salvezza in tasca. Il derby capita alle terz’ultima di campionato, per i canarini è una sfida troppo importante. La tensione per tutta la settimana antecedente la gara, si taglia con il coltello. I tifosi incitano la squadra già dagli allenamenti. Il Frosinone deve vincere. Dall’altra parte, i pontini feriti già all’andata, sia per il gol decisivo di Roberto Manca sia per la coreografia goliardica dei tifosi ciociari, vogliono a tutti i costi fare lo sgambetto, per evitare che la rivale di sempre si giochi il campionato. Arriva la tanto attesa domenica. Giornata fredda. Piovosa. Gli oltre 1000 tifosi si incontrano al Casaleno, già di mattina presto. Tanti erano i pullman, ma tante erano anche i mezzi propri. Un lungo torpedone colorato di giallo blu era pronto ad invadere la “Monti Lepini”. Durante il tragitto ci si ferma a salutare la squadra, in ritiro al “Sunny Palace”, albergo sito tra Frosinone e Latina.
Allo stadio l’ambiente è caldo. Già dal riscaldamento, si intuisce però la grande concentrazione dei giocatori canarini. Mister Arrigoni non si schioda dal suo classico 4-4-2. De Julis tra i pali, Danilo Vitali a sinistra, Luigi Cipriani e Dario Rossi centrali e Marco Arno a destra. Salvatore Marra esterno sinistro, Alessandro Tatomir e Stefano De Angelis centrali, a destra Luca Galuppi. In attacco Giuseppe Aquino e Ciro De Cesare. Nel Latina ci sono i temibili Pileddu, Passalacqua e Simonetti, giocatore che decise l’anno precedente il derby a Frosinone. Mentre tra le due tifoserie inizia lo sfottò, tra striscioni e cori vari, la gara entra nel vivo. Canarini subito arrembanti. Avversari che cercano di colpire in ripartenza. Ma l 28’ del primo tempo arriva la svolta della gara. Cross di Sasà Marra, un difensore nero azzurro respinge corto, la palla arriva sui piedi di Beppe Aquino, che salta Gagliarducci e calcia a giro. Fimiani nulla può e la palla si insacca. Tripudio per i tifosi del Frosinone. Il Frosinone amministra e chiude il primo tempo in vantaggio. Nella ripresa, i pontini si buttano in avanti alla ricerca disperata del pareggio, ma in contropiede il Frosinone è pericoloso. Ancora Aquino, dopo un sombrero in area, calcia a botta sicura ma il suo tiro lambisce il palo. Al 90’ usufruiamo anche di un rigore, concesso dall’ottimo Tonolini di Milano. Dal dischetto si presenta Vitali, ma si fa ipnotizzare da Fimiani, che gli respinge il tiro. Nel recupero si soffre. Ogni pallata lunga in area è un patema. Al fischio finale è festa.
Il fortino pontino è espugnato per la terza volta nella storia. I canarini corrono verso la C1, che arriverà due settimane dopo a Melfi. Mentre tutti i giocatori festeggiano con i tifosi sotto la curva, succede un fatto inaspettato. Il presidente Stirpe, diretto negli spogliatoi per congratularsi con la squadra, viene sotto il settore canarino. Per ringraziare i tifosi, si inginocchia davanti la curva. Gesto splendido, di un galantuomo, che ha plasmato una squadra, che di li a poco scriverà delle pagine importanti per il calcio ciociaro.
Possiamo dire, che forse proprio da questa partita, iniziò il ciclo Frosinone, che arriverà a conquistare due anni dopo la serie B. Una vittoria che diede l’iniziazione, a quanto di buono la società ha fatto. Vittoria che per la storia del Frosinone varrà doppio.
Roba da far venire i brividi..mm
